Foto presa dal web |
Le più importanti realtà del collezionismo di
francobolli hanno unito le forze per una petizione. Sono Accademia
italiana di filatelia e storia postale, Associazione nazionale
professionisti filatelici, Bolaffi spa, Federazione fra le società
filateliche italiane, Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” e
Unione stampa filatelica italiana. Tramite la piattaforma Change.org chiedono di modificare il disegno di legge 882 che, se approvato in maniera definitiva, comporterà gravi ripercussioni non solo al mondo della filatelia, ma più in generale all’intero comparto collezionistico, numismatica inclusa. L’invito è andare sul sito, sottoscrivere la richiesta e divulgarla il più possibile tramite socialnetwork e media.
L’iniziativa, che si intitola Salviamo il collezionismo!,
preannuncia «tempi duri per i collezionisti, se il testo, già approvato
dalla Camera dei deputati ed ora all’esame del Senato, venisse
approvato così com’è». Denominato Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale,
si pone come obiettivo bloccare i traffici di reperti archeologici e
antichità. Nella stessa legge viene introdotto anche il titolo VIII-bis,
Dei delitti contro il patrimonio culturale, che in diciannove
articoli tratta di furto, ricettazione, riciclaggio, falsificazione in
scrittura privata, violazioni in materia di alienazione, importazione ed
esportazione illecite, distruzione e devastazione, traffico illecito,
confisca di beni culturali.
La criticità della legge consiste però nella vaghezza
di quali beni culturali siano soggetti a tali norme. Questa aleatorietà
implica che quasi ogni oggetto, «dal mobiletto della nonna alle lettere
dei soldati della Prima guerra mondiale, dal dipinto di un minore
dell’Ottocento al diario scolastico di un ragazzo, dall’auto d’epoca
alla fotografia», possa essere considerato un bene culturale. Basta che
abbia almeno settant’anni per rientrare nella casistica, e ogni dodici
mesi la stessa mannaia scatterebbe per una molteplicità di altre cose,
magari detenute da tempo immemore in famiglia o frutto di
un’appassionata raccolta», si legge nel testo della petizione.
I firmatari, pertanto, chiedono «che il Senato
modifichi il testo uscito dalla Camera indicando chiaramente quali
oggetti intende subordinare alla normativa, evitando interpretazioni
della norma che porterebbero milioni di cittadini a correre il rischio
di subire procedimenti penali, anche per oggetti di scarso valore».