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mercoledì 18 novembre 2015

Collezionismo, ecco gli oggetti più strani e bizzarri

MEDAGLIE, MONETE, GADGET DISNEY , CAPPELLI E CHIAVI , FRANCOBOLLI E CARTE, E CHI NE HA PIU' NE METTA.  ESISTE ATTIVITA' PIU' VARIA E UNIVERSALE DEL COLLEZIONARE ? ECCOVI UN PICCOLO ASSAGGIO.


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domenica 11 ottobre 2015

Storia e caratteristiche del dollaro Morgan

Il dollaro Morgan fu emesso in sostituzione del dollaro Liberty Seated (II tipo), coniato dal 1866 al 1873. Queste sono le caratteristiche della moneta:
Metallo: argento 900‰, rame 100‰
Peso: 26,73 grammi
Diametro: 38,1 millimetri
Spessore: 2,40 millimetri
Contorno: rigato
Dritto: aquila che regge un ramoscello d’ulivo e tre frecce, entro una corona d’alloro; sopra l’aquila, vi è la legenda “In God we trust”. Lungo il bordo, le legende UNITED STATES OF AMERICA e ONE DOLLAR, separate da due stelle a sei punte.
Rovescio: testa diademata e laureata della Libertà (volta a sinistra), contornata dalla legenda E PLURIBUS UNUM, da tredici stelle a sei punte e dalla data. Sul diadema vi è la legenda LIBERTY.
Incisore: l’inglese George Thomas Morgan; la modella che egli ritrasse come la Libertà fu Anna Willess Williams (notizia riportata dal New York Times del 14 agosto 1879).

 Cliccate sull’immagine per ingrandirla


L’emissione venne autorizzata il 28 febbraio 1878 con il Bland-Allison Act; con la stessa legge il Dipartimento del Tesoro fu autorizzato ad acquistare l’argento per produrre le nuove monete, per un valore mensile che oscillava dai 2 ai 4 milioni di dollari.
Questo suscitò grande attesa per la nuova moneta, tanto che il Cincinnati Commercial scrisse:
Non vogliamo un dollaro d’argento coniato per Wall Street, ma un dollaro d’argento coniato per la gente, un dollaro per la Valle del Mississippi, con su un’aquila la cui ala destra planerà su Washington e la sinistra spazzerà la polvere lungo le strade di San Francisco, mentre la coda si estenderà fino alla Baia di Hudson.
Il primo dollaro Morgan venne coniato a Philadelphia alle 15.17 dell’11 marzo 1878.
Si tenga presente che le prime 750.000 monete coniate a Philadelphia nel 1878 presentano otto piume nella coda dell’aquila, ma nella realtà le penne della coda delle aquile sono in numero dispari; quindi Henry Linderman, direttore della US Mint, fece modificare i conii, riducendo a sette il numero delle penne. I conii con otto penne vennero modificati cancellando l’ottava; ma in diversi conii questa modifica non riuscì perfettamente: esistono monete con sette penne nelle quali è ancora visibile la traccia della penna cancellata. Oggi sono particolarmente ricercate.
Nonostante la grande aspettativa creatasi per la nuova moneta, il fatto che l’incisore fosse inglese raffreddò l’entusiasmo di molti. Ad esempio l’American Journal of Numismatics scrisse:
La lunga linea di mostruosità prodotte dalla US Mint certamente riceve la sua corona con il nuovo dollaro. La bruttezza del pezzo aggiunge un altro torto alla disonestà originale: aver chiamato un incisore europeo per disegnarlo.
Invece il già citato Cincinnati Commercial affermò:
Non possiamo dire che l’arte di questa moneta ci riempia di gioia. L’aquila, capiamo bene, è disegnata da un inglese; dovremmo pensare così, anche, dalle apparenze. Non sembra fatta per assomigliare all’uccello della nostra terra, in effetti abbiamo paura che “la cosa” sia piuttosto un “british grouse” (gallo cedrone, ndt).
In ogni caso gli americani dell’est tendevano a snobbare la nuova moneta perché più abituati all’uso delle banconote, mentre il dollaro Morgan fu ben accetto negli stati del sud, soprattutto da parte dei neri: gli ex schiavi non si fidavano troppo della cartamoneta. Lo stesso avvenne nel west, dove la fiducia nei biglietti cartacei era molto bassa; inoltre le miniere d’argento erano tutte in quei territori (soprattutto in Nevada) e la produzione del Morgan faceva bene alla loro economia.
Il dollaro Morgan fu coniato dal 1878 al 1904, e poi di nuovo nel 1921. In totale ne sono stati prodotti più di 657.000.000 di pezzi per la circolazione da cinque zecche differenti, oltre a 22.800 pezzi in versione proof (tutti coniati nella zecca di Philadelphia). Buona parte delle monete coniate non entrarono mai in circolazione, ma rimasero nei caveau del Tesoro, in quanto fungevano da copertura metallica dei biglietti cartacei (i Silver Certificates convertibili in argento); per questa ragione in alcune zecche (soprattutto a New Orleans) si prestava scarsa attenzione alla qualità delle monete coniate. Parte delle monete mai entrate in circolazione vennero poi vendute al pubblico tra il 1962 e il 1964.
Per conoscere il valore delle monete di circolazione appartenenti alle annate più comuni e in non perfetta conservazione, cliccate qui. Di seguito, i segni di zecca e le singole tirature:
senza segno di zecca (ssz): Philadelphia;
CC: Carson City;
O: New Orleans;
S: San Francisco.

ssz
CC
O
S
1878
750.000 (8 piume)
9.759.550 (7 piume)
2.212.000
9.744.000
1879
14.807.100
756.000
2.887.000
9.110.000
1880
12.601.335
591.000
5.305.000
8.900.000
1881
9.163.975
296.000
5.708.000
12.760.000
1882
11.101.100
1.133.000
6.090.000
9.250.000
1883
12.291.039
1.204.000
8.725.000
6.250.000
1884
14.070.875
1.136.000
9.730.000
3.200.000
1885
17.787.767
228.000
9.185.000
1.497.000
1886
19.963.886
10.710.000
750.000
1887
20.290.710
11.550.000
1.771.000
1888
19.183.833
12.150.000
657.000
1889
21.726.811
350.000
11.875.000
700.000
1890
16.802.590
2.309.041
10.701.000
8.230.373
1891
8.694.206
1.618.000
7.954.529
5.296.000
1892
1.037.245
1.352.000
2.744.000
1.200.000
1893
378.792
677.000
300.000
100.000
1894
110.972
1.723.000
1.260.000
1895
450.000
400.000
1896
9.967.762
4.900.000
5.000.000
1897
2.822.731
4.004.000
5.825.000
1898
5.884.735
4.440.000
4.102.000
1899
330.846
12.290.000
2.562.000
1900
8.880.938
12.590.000
3.540.000
1901
6.962.813
13.320.000
2.284.000
1902
7.994.777
8.636.000
1.530.000
1903
4.652.755
4.450.000
1.241.000
1904
2.788.650
3.720.000
2.304.000


Il 23 aprile 1918 il Pittman Act autorizzò la rifusione di 350.000.000 di dollari Morgan. Le monete effettivamente rifuse furono 270.232.722, ovvero il 47% di quelle coniati fino ad allora; non è mai stato comunicato il numero di monete rifuse per ogni data. L’argento di 259.121.554 dollari fu poi venduto alla Gran Bretagna al prezzo di un dollaro per ogni oncia, più il valore del rame contenuto nelle monete e il costo di trasporto.
Ma dopo appena tre anni ci si rese conto che dopo la rifusione non c’erano più monete in argento sufficienti a coprire il valore dei biglietti cartacei e così si decise di coniare nuovi dollari Morgan, da produrre esclusivamente con argento acquistato da compagnie minerarie statunitensi. I conii originali erano stati distrutti nel 1910, quindi se ne incisero di nuovi utilizzando come modello alcune monete del 1878; le monete datate 1921 presentao un conio più basso e piatto. Per la prima volta i Morgan vennero coniati anche a Denver; queste le tirature del 1921 in dettaglio:
  • Philadelpia (ssz): 44.690.000
  • Denver (D): 20.345.000
  • San Francisco (S): 21.695.000
Pochi mesi dopo il dollaro Morgan venne sostituito dal Peace dollar.


venerdì 2 ottobre 2015

Le 500 lire Caravelle in argento

Durante la sua esistenza, la Repubblica Italiana ha emesso finora solo due nominali in argento destinati alla circolazione: le 1.000 lire Roma Capitale di cui abbiamo già parlato e le 500 lire. Di quest’ultimo valore vennero coniate due commemorative (100° dell’unità d’Italia nel 1961 e 700° della nascita di Dante Alighieri nel 1965) che affiancarono il tipo ordinario.
Quest’ultimo, coniato a partire dal 1958, è denominato “Caravelle” per via del disegno del dritto, in cui compaiono tre caravelle. Questa moneta è in argento 835 e pesa 11 grammi: ne consegue che ogni moneta contiene 9,185 grammi di argento fino. Il diametro è di 29 millimetri, mentre gli assi sono alla francese.
Al dritto, come già detto, sono raffigurate tre caravelle con la prua rivolta a destra e le punte delle bandiere verso la prua. Intorno a questo disegno vi è la legenda REPVBBLICA ITALIANA. Sotto le caravelle vi è l’indicazione del valore (L. 500) e, in basso, il segno di zecca (R). Il conio di questo lato è stato inciso da Guido Veroi, anche se originariamente il compito era stato affidato a Pietro Giampaoli (l’autore del rovescio), che scelse di raffigurarvi una rosa, ma il fiore non si adattava allo stile e al messaggio che si voleva affidare alla moneta. Così il compito passò a Guido Veroi, che scelse le tre caravelle per simboleggiare la rinascita economica dell’Italia di quegli anni.
Al rovescio, invece, si può ammirare un busto di donna in abiti rinascimentali; la modella è Letizia Savonitto, moglie dell’incisore Pietro Giampaoli, autore di questo lato della moneta. Il busto di donna è circondato dagli stemmi di diciannove tra regioni o capoluoghi di regione (il busto copre alcuni stemmi, che quindi sono irriconoscibili). In basso indicazione dell’autore (GIAMPAOLI). Gli stemmi fanno riferimento alle seguenti regioni o capoluoghi di regione (partendo dal basso verso sinistra): Genova, Torino, Aosta, Milano, Trento, Venezia, Trieste e Udine, Bologna, Firenze, Ancona, Perugia, Roma, L’Aquila, Napoli, Bari, Potenza, Catanzaro, Sicilia e Cagliari. È assente il Molise perché questa regione venne istituita solo nel 1963.
Di questa moneta è particolarmente famosa la versione di prova che aveva le bandiere rovesciate, ovvero rivolte verso la poppa delle caravelle. Le monete di prova vennero date in omaggio a esponenti di spicco dell’epoca e ai parlamentari: di fatto non circolarono. Sono datate 1957 e, oltre all’orientamento delle bandiere, sono diverse le croci sulle vele e l’altezza dell’albero di mezzana; inoltre la scritta sul contorno è REPUBBLICA anziché REPVBBLICA. Ufficialmente ne vennero coniati 1.004 esemplari, tuttavia nel corso di indagini svolte dalla Guardia di Finanza venne accertato che i pezzi coniati furono molto probabilmente più di 2.200.
Dopo alcune polemiche, si scelse di modificare l’orientamento delle bandiere sulle monete destinate alla circolazione. Di seguito sono elencate le tirature delle 500 lire Caravelle prodotte nei singoli anni. Il totale di monete destinate alla circolazione fu di 97.840.000 pezzi.
1958: 24.240.000
1959: 19.360.000
1960: 24.080.000
1961: 6.560.000
1964: 4.880.000
1965: 3.120.000
1966: 13.120.000
1967: 2.480.000
Questa moneta venne coniata anche dal 1968 al 1970 e poi dal 1980 al 2001, ma solo per le confezioni della zecca.
Dal 1985 al 2001 venne prodotta anche la versione fondo specchio (proof), sempre per le confezioni riservate ai collezionisti; le tirature variano dagli 8.000 ai 17.500 pezzi.






sabato 19 settembre 2015

In Danimarca c’era un concessionario Fiat abbandonato dal 1981, vendute macchine d’epoca all’asta

C’è chi già in tempi non sospetti ha dovuto subire questo avvenimento negativo: è lui il protagonista della  storia, il concessionario danese della Fiat Jens Sorensen, che nel 1981 ha dovuto abbassare le serrande della sua attività che non andava più bene. Il problema di Jens non era l’ici da pagare bensì un mercato in declino che lo ha portato al punto di dover chiudere la sua attività.

Fino a qui nulla di strano se non fosse che dal allora la bellezza di 200 vetture Fiat giacciono abbandonate all’interno della struttura. Tutte le vetture sono state conservate in questi anni in maniera maniacale: decine e decine di vetture in condizioni davvero encomiabili e perfette.
L’attività, di cui oggi è rimasto solo il magazzino con all’interno delle 200 auto, si trovava a Kolding, in Danimarca, era di proprietà di Jens Sorensen che, una volta chiusa l’attività, per motivi non conosciuti, non vendette le automobili che acquistò fra il 1973 ed il 1981.
La maggior parte dei modelli in realtà sono di seconda mano ma alcune ancora, dopo tanti anni, avevano all’interno le pellicole protettive nei sedili (giusto per dare un idea sullo stato ottimale di conversazione delle auto).


Alla base della chiusura dell’attività una comunicazione che a suo tempo lo spiazzò: la Fiat Danimarca gli chiese di decidere se continuare a vendere mezzi pesanti o rimanere legato al mondo delle automobili classiche.
A suo tempo Sorensen decise di puntare sui mezzi pesanti abbandonando del tutto il mercato delle automobili e chiudendo l’attività nel 1981. Tutte le automobili vennero abbandonate che solo a distanza di anni sarebbero tornate a vedere la luce e a rombare come ai vecchi tempi.
Morto Jens Sorensen, un suo erede, scoperto di possedere la bellezza di 200 automobili Fiat d’epoca, decise di organizzare un’asta per mettere in vendita le automobili d’epoca: si presentarono tanti collezionisti che riuscirono ad acquistare delle auto d’epoca pagandole pochi soldi rispetto al reale valore dei veicoli.
Come potrete vedere nelle immagini che vi riportiamo sono presenti sia Fiat 127, 128, 131, Ritmo, Fiat 500 ma anche, ad esempio, una Renault 4, una Bianchina Cabrio ed una NSU Prinz.
Le auto sono state vendute da un minimo di 250 euro fino ad un massimo, come nel caso della Lancia Beta, a 6.500 euro.
 fonte : curiositaeperche.it

lunedì 31 agosto 2015

1.000 lire 1970 in argento, Roma capitale

Per conoscere il valore delle 1.000 lire in argento clicca qui





Nel 1970 l’Italia emise una moneta in argento da 1.000 lire, commemorativa del centenario di Roma capitale d’Italia. Costituita da argento 835, la moneta pesa 14,60 grammi ed ha un diametro di 31,4 millimetri. Sul contorno presenta la scritta in rilievo REPUBBLICA ITALIANA *******. La moneta fu prodotta in 3.011.000 pezzi.
Il dritto, disegnato da Guerrino Mattia Monassi, raffigura la dea Concordia velata e ricalca l’iconografia di un denario romano repubblicano emesso da un magistrato appartenente alla famiglia Aemilia nel 62 a.C.
Il rovescio, invece, è stato disegnato da Laura Cretara e riproduce il progetto di Michelangelo Buonarroti per la pavimentazione di Piazza del Campidoglio a Roma. Questo rovescio è, in qualche modo storico, perché è il primo conio di una moneta italiana realizzato da una donna.
Quando la Banca d’Italia iniziò la distribuzione di questa moneta, si verificò una corsa agli sportelli, tanto che la quasi totalità dei pezzi fu subito tesaurizzata. Di fatto circolarono pochissimi esemplari: d’altronde, ove vige il corso forzoso, la moneta cattiva scaccia sempre quella buona.
Agli impiegati ministeriali e statali fu promessa la cessione di almeno una moneta unitamente allo stipendio, ma ciò avvenne solo in alcune zone della penisola. Questo scatenò accuse di favoritismo e proteste piuttosto accese: ad esempio si ha notizia di uno sciopero di tre ore indetto dai portalettere di Ivrea (Torino) il 9 gennaio 1971. Coloro che non ricevettero la moneta accusarono ministri e alti funzionari di aver fatto incetta delle 1.000 lire; in realtà vi sono testimonianze di impiegati statali di Napoli che ricevettero ben 5 monete nel loro stipendio. Quindi l’impressione è che le 1.000 lire non siano state distribuite in modo omogeneo, ma non è dato sapere se ciò avvenne in modo intenzionale o meno.
In ogni caso è interessante quanto dichiarò un funzionario della Banca d’Italia di Torino (tratto da La Stampa del 7 gennaio 1971):
Un certo quantitativo di monete è stato effettivamente trattenuto a Roma per le buste paga degli statali. Non c’erano disposizioni invece per i dipendenti fuori della capitale. Tuttavia a Torino e provincia la distribuzione ha superato i 50.000 pezzi. Ha avuto la mille lire d’argento (fino ad esaurimento della scorta) chi ha preso lo stipendio nei giorni 26-27 novembre, chi era creditore dello Stato ed ha riscosso negli stessi giorni, chi si è presentato agli sportelli delle banche e della posta per il cambio della mille lire di carta. Di solito le nuove emissioni entrano in circolazione con i pagamenti di tesoreria. Non si possono evitare fenomeni di accaparramento, tuttavia possiamo dire che nei limiti modesti della disponibilità esistente, le monete sono state realmente distribuite ad un buon numero di cittadini, non soltanto statali.

fonte : http://numistoria.altervista.org

sabato 29 agosto 2015

Una “biblioteca trasportabile”. Così (nel 1617) portavano in viaggio 40 mini-libri

di Redazione Il Libraio 

 

 Stella Butler, bibliotecaria dell’università di Leeds, si occupa di conservare la collezione Brotherton, in cui è contenuta la biblioteca da viaggio giacobina del 1617. Come ha raccontato recentemente il sito bluewin.ch, si tratta di una raccolta letteraria del XVII secolo, simile ai nostri e-reader…


 Commissionata dal parlamentare William Hakewill per un amico, è conservata all’interno di uno scrigno di legno: sembrerebbe contenere un libro solo, ma in realtà, all’interno, disposti su tre ripiani dorati, ci sono 40 libri in miniatura divisi in categorie (teologia, filosofia, storia e poesia), con opere di Cicerone, Virgilio, Ovidio, Seneca, Orazio e Giulio Cesare…

venerdì 21 agosto 2015

Euro, ecco le banconote che valgono una fortuna per i collezionisti

Alcune banconote per via di particolari numeri di serie o difetti di stampa, adesso valgono una fortuna per i collezionisti

 

 Dopo le monete arrivano le banconote in euro che valgono una fortuna. Alcune banconote infatti per via di particolari numeri di serie o difetti di stampa, adesso valgono una fortuna per i collezionisti. 

 Tra queste ci sono le banconote da 50 euro con un filo di sicurezza visibile contenete la scritta 100 euro, invece che 50. Il valore di mercato di queste banconote è di 350 euro. In circolazione ne esistono pochi esemplari perché la maggior parte sono state ritirate dalla Banca d'Italia. A seguire quelle da 100 euro con un errore di taglio. Il loro valore varia dai 300 ai 350 euro. Infine ci sono quelle di 5 euro con alcuni numeri di serie che valgono 100 euro.

Di fatto bisogna dare un'occhiata alle prime sei cifre e la letterache indica lo Stato di emissione. La "S" sta per Italia. Inoltre devono essere Fds, Fior di Stampa, ovvero in ottime condizioni. I numeri di serie ritenuti rari sono quelli i più collezionati: banconote con più di 5 cifre uguali nel numero di serie, banconote il cui di serie è uguale in qualsiasi senso esso venga letto (esempio: S2537887352), banconote consecutive (..23456..), banconote poker(..44444..). 

 

fonte : ilgiornale.it

giovedì 20 agosto 2015

Portogallo, 2,50 euro per le olimpiadi di Rio

Nell’ottobre 2015 il Portogallo emetterà una moneta da 2,50 euro dedicata agli atleti portoghesi che parteciperanno alle prossime Olimpiadi estive, che si svolgeranno in Brasile dal 5 al 21 agosto 2016.
La moneta è stata disegnata dall’artista Joana Vasconcelos e presenta un bimetallismo molto particolare: la parte superiore è in oro e si incastra tramite delle curve in quella inferiore, che è in argento. La tiratura non è stata resa nota.
Il Portogallo dedicherà allo stesso tema il 2 euro commemorativo del 2016.


fonte :numistoria.altervista.org

mercoledì 19 agosto 2015

Malta, 5 euro 2015 per Giovanni Paolo II

Nell’aprile 2015 Malta ha commemorato il decimo anniversario della morte di papa Giovanni Paolo II con una moneta da 5 euro in oro puro.
La moneta pesa mezzo grammo ed ha un diametro di 11 millimetri; è stata disegnata da Noel Galea Bason e coniata dalla zecca olandese in 5.000 pezzi, tutti prodotti in versione fondo specchio (proof). Il prezzo di emissione è di 60 euro.

fonte :numistoria.altervista.org

martedì 11 agosto 2015

Non buttate i VHS



Il quotidiano romano Il Messaggero ha raccontato della vendita di una videocassetta di Star Wars, che ha fruttato al proprietario che l’ha messa in vendita su eBay (il celebre sito di aste on line) un bel gruzzoletto di 100 euro.
Insomma, tutto fa pensare che tra una decina di anni le VHS che abbiamo conservato in cantina varranno molto. E se la chiusura di Blockbuster può avere gettato nello sconforto qualcuno, non c’è niente da temere: i collezionisti sono sempre in cerca di pezzi vintage.

Così come oggi i vinili sono tornati di moda, pur offrendo dei suoni la cui qualità è inferiore rispetto a quella messa a disposizione dai supporti digitali, non è da escludere che in un futuro prossimo la stessa sorte non possa toccare alle videocassette. Anche perché sui VHS si potrebbero trovare delle vere e proprie chicche, magari film oggi non più disponibili o video imperdibili.
Senza dimenticare, poi, le videocassette registrate in casa, che potrebbero contenere dei veri e propri pezzi di storia del passato: eventi sportivi, telefilm, show televisivi e così via. Insomma, se volete fare posto in casa perché non avete più spazio, sacrificare i VHS potrebbe essere una scelta sbagliata: il consiglio è quello di conservarli il più a lungo possibile e mantenerli intatti e intonsi per lungo tempo. In attesa di valorizzarli.

FONTE LE TALPE.COM

domenica 9 agosto 2015

Raccolta di fondi record: acquisito il carteggio tra Giuseppe Verdi e Opprandino Arrivabene

La Casa di Riposo per Musicisti di Milano raccoglie 120 mila euro per le lettere tra il grande compositore e l’amico mantovano

 MILANO – Torna a casa il prezioso carteggio tra Giuseppe Verdi e l’amico Opprandino Arrivabene. Sono bastati cinque mesi alla Casa di Riposo per Musicisti Fondazione Giuseppe Verdi per raccogliere, grazie al crowdfunding (cioè alle donazioni) i 120 mila euro necessari per comperare le 82 lettere del carteggio fra Giuseppe Verdi e il conte Opprandino Arrivabene, giornalista e patriota mantovano che partecipò ai moti liberali del 1830. Il materiale – 77 lettere autografe, una busta, un biglietto autografo e una lettera della moglie di Verdi Giuseppina Strepponi – era stato messo all’asta dalla Casa d’aste Bolaffi nel maggio dell’anno scorso con un prezzo di partenza di 150 mila euro.

 Ma era rimasto invenduto anche perché dichiarato di interesse culturale e quindi non trasportabile all’ estero: cosa che aveva automaticamente eliminato tutti i possibili acquirenti stranieri. All’epoca, il presidente della casa d’aste, Giulio Filippo Bolaffi, aveva fatto un appello perché si creasse un “comitato spontaneo” di amici di Giuseppe Verdi per l’acquisto. Il crowdfunding, realizzato grazie all’istituto di pagamento Smartikaspa, è stato favorito dalla rinuncia di Bolaffi alla sua commissione di vendita. E ora Casa Verdi avrà a disposizione le 223 pagine di un carteggio in cui Verdi parla degli argomenti più disparati, dalla politica allo spumante dolce, dallo spirito animalista alla vita musicale e teatrale dell’epoca.

 

D’altronde il legame fra il compositore e Arrivabene era già noto agli studiosi. Nel 1931 Mondadori pubblicò Verdi intimo: carteggio di Giuseppe Verdi con il conte Opprandino Arrivabene, 1861-1886.
Uno dei tanti preziosi documenti originali
Uno dei tanti preziosi documenti originali

«Con i fondi che abbiamo ricevuto – ha spiegato il presidente della casa di riposo Roberto Ruozi – potremo comprare da Bolaffi questo interessante carteggio del Maestro Verdi e riportarlo nella sua Casa, che egli definì “la mia opera più bella”». «Inoltre – ha aggiunto – grazie al successo del progetto abbiamo mostrato un nuovo modo di generare finanziamenti per sostenere la cultura».
Uno dei tanti preziosi documenti originali
Uno dei tanti preziosi documenti originali


A Casa Verdi le lettere saranno a disposizione degli appassionati e degli studiosi. Sarà possibile approfondire il pensiero politico del Compositore di Roncole, il suo legame con Cavour, e anche ridimensionare alcune “mitologie” (il Verdi contadino o il Verdi profeta di un Mussolini “uomo della provvidenza”) frutto di strumentalizzazioni d’epoca fascista.
Si sta studiando anche, per il prossimo anniversario verdiano, l’allestimento dell’esposizione di alcune lettere (non solo a casa Verdi ma anche a Piacenza, visto il contributo dato dalla Banca di Piacenza, e alla Scala) e delle iniziative legate al carteggio.
Vincenzo Sardelli


fonte giornalemetropolitano.it

venerdì 7 agosto 2015

Riportiamo in Italia le spoglie del Re Numismatico

Quanti in Italia sanno dove è sepolto Vittorio Emanuele III ,  il monarca di 4 guerre? Probabilmente pochi.  Diversamente da Vittorio Emanuele II e  Umberto I sepolti entrambi al Pantheon di Roma , e ancora da Umberto II , suo figlio , sepolto in Savoia  , nella Francia del sud , le sue spoglie riposano in Egitto . Per l'esattezza nella chiesa di S. Caterina ad Alessandria d'Egitto.
Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia abbandonò l'Italia senza everne alcun obbligo , 4 ore dopo aver abdicato si trovava già a bordo del Duca  degli Abruzzi diretto verso l'Egitto. Re Farouk voleva ospitarlo nel suo palazzo al Cairo , ma il conte di Pollenzo , questa era la sua nuova identità , scelse per sè e la moglie Elena una villetta a Shuma , sobborgo di Alessandria d'Egitto. Partito senza danaro, non potendo accedere a suoi beni , potè contare solo sulla generosità del monarca Egiziano . Condusse una vita ririrata fino al giorno della sua morte , avvenuta il 28 dicembre del 1947 , il giorno seguente alla promulgazione della costituzione repubblicana . Rifiutata l'offerta del Re Farouk per una sontuosa cappella nel cimitero latino . la regina Elena ,nota per la sua riservatezza , scelse la piccola chiesa di S. Caterina , dove la salma fu tumulata dietro l'altare maggiore , in un loculo portante la semplice scritta :< Vittorio Emanuele di Savoia 1869-1947  >.
Nella foto precedente i funerali del Re ad Alessandria d'Egitto.("Funerali di Vittorio Emanuele III" di non indicato - a cura di Roberto Gervaso, Parlami d'amore Mariù. Rizzoli Editore, 1983, pag. 325.. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/File:Funerali_di_Vittorio_Emanuele_III.jpg#/media/File:Funerali_di_Vittorio_Emanuele_III.jpg.

Il 9 maggio 1946 Vittorio Emanuele III , in procinto di partire per l’esilio, scrisse all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi, un biglietto in cui esprimeva la volontà di lasciare al popolo italiano la propria collezione di monete, “la più grande passione” della sua vita. Ufficialmente accettata dallo Stato italiano con Decreto n.108 del 6 settembre 1946, la raccolta fu in un primo momento affidata in custodia all’Istituto Italiano di Numismatica e in seguito, con D.L. del 5 novembre 1968, definitivamente assegnata alla Soprintendenza Archeologica di Roma.


La collezione rappresenta un documento di straordinario interesse storico ed economico, assolutamente unico nel suo genere: è costituita da più di 100.000 monete italiane di età medievale e moderna, battute in un arco cronologico che abbraccia oltre quindici secoli, dal V al XX, e da un elevato numero di pesi monetali, prove e scarti di zecca.
Molto razionale è l’ordinamento dei materiali all’interno della collezione. Le monete sono divise per regioni, a partire dall’Italia settentrionale; ogni regione è divisa per zecche, disposte secondo l’ordine alfabetico della città alla quale la zecca appartiene, ad eccezione di quella del capoluogo, che precede le altre. Il materiale di ciascuna zecca segue l’ordine cronologico legato all’autorità che ne ha decretato l’emissione, mentre nell’ambito di ciascuna autorità emittente i nominali sono disposti in ordine decrescente, dal maggiore al minore. Unica eccezione a quest’ordine è costituita dai materiali emessi da Casa Savoia, disposti per autorità emittente in ordine cronologico, senza divisione per zecche.
Oltre che con l'appellativo di Re soldato , Vittorio Emanuele Viene ricordato anche come Il Re numismatico . Sotto di lui infatti furono coniate le più belle monete del Regno , per sua stessa volontà. A lui si deve la stesura del Corpus Nummorum Italicorum , imponente opera di studio ed elencazione dell'immensa collezione reale .

martedì 4 agosto 2015

Gettoni Misteriosi

C’è una strana figura che appare in vari gettoni coniati in francia nella metà del XVII secolo.
È quella che vedete qui a sinistra; di solito è posta in alto in una parte di “cielo” dell’immagine; a voi cosa sembra?
In quanti avete pronunciato o pensato alla parola UFO? Beh se lo avete fatto sappiate che non siete assolutamente soli; troverete molti blog italiani e stranieri in cui si fa questa associazione. Certo, la figura è strana, la forma circolare aiuta, i segmenti disposti a raggiera fanno pensare alla rotazione, e poi è posta nel cielo.
Il gettone in questione è in rame, coniato come riportato in esergo, nel 1656.


Sul dritto (/d) del gettone c’è una corona con i blasoni di Francia e Navarra.
Sul rovescio (/r) la nostra immagine misteriosa che appare tra le nubi sopra un paesaggio rurale; nel giro possiamo leggere la legenda: OPPORTVNVS ADEST che in latino (lingua che non frequento) dovrebbe significare presente al momento opportuno o propizio. Chi volesse darmi una versione più corretta od altra interpretazione è il benvenuto.
Questa frase latina OPPORTVNVS ADEST è presente nella legenda di altri gettoni simili di quel periodo:



Inizialmente i gettoni venivano utilizzati nei tavoli da calcolo (vedi sotto); poi i ricchi borghesi ed i nobili li utilizzarono in forma personalizzata come oggetti da regalo e per celebrare il nuovo anno. Quindi, la frase propiziatoria sembrerebbe adeguata allo scopo: quello di portar fortuna.  Può darsi; ma l’immagine misteriosa? È un UFO? Richiama a qualcosa di extraterrestre o di sovrannaturale?
E se fosse semplicemente la rappresentazione di uno scudo? In questa terracotta conservata al British Museum è raffigurata Atena mentre aiuta Argo nel costruire una nave. In basso a sinistra c’è lo scudo di Atena, il resistentissimo dono di Zeus, in grado di resistere appunto a qualsiasi arma. Non vi pare che assomigli molto alla nostra immagine misteriosa?


Non un UFO, ma uno scudo come simbolo di protezione; rappresentato in quei gettoni proprio a significare un augurio di essere protetti nel momento del bisogno.
Non vi pare che regga come ipotesi?

fonte Grammi di storia

sabato 1 agosto 2015

Le nuove monete da due euro, per Dante e l’EXPO

Verranno fatte circolare nel 2015 insieme a quelle vecchie, saranno dedicate al 750°anniversario dalla nascita di Dante Alighieri e all'EXPO di Milano 

 

Il Dipartimento del Tesoro italiano ha detto che nel 2015 verranno coniate e fatte circolare due monete commemorative da 2 euro. Le nuove monete, che circoleranno insieme a quelle vecchie, saranno dedicate al 750esimo anniversario dalla nascita di Dante Alighieri e all’EXPO 2015 di Milano, che avrà il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Non è ancora stata diffusa la data di emissione. Ciascun paese che ha adottato l’Euro può emettere monete personalizzate con temi di interesse nazionale: le monete commemorative vengono coniate dal 2004 da tutti coloro che usano l’Euro, ma devono avere il rovescio comune per avere valore negli altri stati.

 


 La moneta dedicata al 750esimo anniversario di Dante Alighieri raffigurerà Dante con in mano un libro aperto e con dietro disegnata la montagna del Purgatorio, presa dal dipinto di Domenico di Michelino nel Duomo di Santa Maria del Fiore di Firenze. Al centro ci sarà il monogramma della Repubblica Italiana, con la sigla “RI” sovrapposta, mentre in alto a destra ci sarà il simbolo della Zecca di Roma. Ci sarà anche la firma dell’autrice della moneta, Silvia Petrassi, incisore della Zecca dello Stato, le due date di anniversario e di emissione (1265-2015) e ad arco la scritta Dante Alighieri.
La seconda moneta è dedicata all’EXPO 2015, che si terrà a Milano dal primo maggio al 31 ottobre del 2015. Oltre alla scritta ad arco “Nutrire il Pianeta”, tema dell’esposizione, la sigla della Repubblica Italiana “RI” e la “R” simbolo identificativo della Zecca, la moneta avrà la firma dell’autrice, Maria Grazia Urbani e al centro il logo di EXPO 2015. Ci sarà anche un disegno che raffigurerà un seme che deve germogliare, un tralcio di vite, un ramoscello d’ulivo e una spiga che nascono da un tronco d’albero.

fonte ilpost.it

sabato 25 luglio 2015

Fa un acquisto al mercatino delle pulci, scopre che è un preziosissimo uovo di Fabergé


 Yahoo Finanza
 Da Angela Iannone | Yahoo Finanza – L'annuncio del ritrovamento dell'uovo sul sito di Wartski



 Una lunga storia di uova
Le uova d'oro esistono. E qualcuno è riuscito ad accaparrarsene una pagando molto, ma molto meno del suo effettivo valore. E' successo negli Stati Uniti, dove un uomo ha acquistato un preziosissimo Uovo Fabergè in un mercatino delle pulci, diventando inconsapevolmente possessore di un oggetto da svariati milioni di dollari. Il percorso di quest'uovo è veramente insolito, dalla Russia di fine Ottocento agli Stati Uniti, in un appartamento sopra un Dunkin' Donuts: preziose realizzazioni di gioielleria ideate presso la corte dello zar di Russia dal gioielliere Peter Carl Fabergé e realizzate fra il 1885 e il 1917, queste uova - in totale 57 - venivano regalate ai sovrani di Russa in occasione della Pasqua. Ogni pezzo è unico nel suo genere, per via delle decorazioni sempre diverse, e possederne uno è veramente un gran privilegio, perciò la caccia all'Uovo Fabergè è una vera ossessione per i collezionisti, anche perchè in giro ve ne sono ancora otto di cui non si sa la collocazione. Una di queste otto è stata appena ritrovata da un anonimo rigattiere americano, che ha scovato il prezioso oggetto in un mercato delle pulci nel Midwest, negli Stati Uniti.


 L'acquirente è stato subito incuriosito dalla maestosa bellezza dell'uovo e dalla rifinitura: interamente in oro, decorato con nastri di diamanti incastonati tra foglie e rose e con tre grandi zaffiri. Così, vedendoci una grande opportunità per ricavarci qualche soldo, lo ha acquistato per 14 mila dollari - 10 mila euro - con l'intenzione di rivenderlo a peso d'oro. L'uomo non sapeva però di avere tra le mani una delle uova extra rare della collezione Fabergè, con all'interno un orologio Vacheron Constantin. Non trovando nessuno interessato all'acquisto, l'uomo lo ha adagiato su uno scaffale della sua cucina, aspettando momenti migliori per la vendita. E il momento migliore è arrivato quando, girando su Internet, il fortunato rigattiere ha scoperto di essere in possesso della famosa collezione di uova degli zar, così ha contattato un esperto in materia, anzi, l'esperto: si tratta di Kieran McCarthy della gioielleria Wartski - rinomata ditta di antiquari specializzati in opere d'arte russe, in particolare proprio quelle di Carl Fabergé con sede a Londra - che gli ha confermato l'autenticità del pezzo. Non solo: l'uomo ha specificato che l'uovo è proprio uno degli otto "desaparecidos" della collezione Fabergè, in particolare è il dono offerto dallo zar Alessandro III a sua moglie Maria Fedorovna per Pasqua nel 1887. Un pezzo di una rarità eccezionale, anche perchè è sopravvissuto alla rivoluzione russa ed oggi ha un valore che sfiora i 33 milioni di dollari (quasi 24 milioni di euro). Una cifra che non ha spaventato un ignoto compratore che ha contattato il rigattiere milionario e si è aggiudicato l'oggetto.